Šavnik
Questo è uno dei particolari fenomeni naturali che possono accadere in questo angolo appartato dell'estremo nord del Montenegro. Nei giorni attorno all'equinozio il sole sorge dietro la montagna Kravice e verso le due del pomeriggio tramonta dietro la montagna Gradac. Più tardi verso le tre e mezzo il sole di nuovo splende e appare sopra il canyon del fiume Bukovica, per poi infine scendere nuovamente dietro il Vojnik.
Il secondo fenomeno interessante che si verifica durante l'estate, nei periodi di siccità, quando il fiume Šavnik in alcune ore si prosciuga per poi riempirsi nuovamente in altre. Durante il giorno qualche volta la «fonte del silenzio», una speciale sorgente di formazione carsica, si calma e scompare costituita com'è da due correnti sotterranee d'acqua collegate tra loro, che durante il giorno si riempiono e si svuotano senza un ordine prevedibile.
In inverno godetevi le bellezze della neve, con lo sci estremo e snow-boarding sui selvaggi pendii delle montagne. In estate abbandonatevi al sole e ai bagni nei fiumi e nei laghi di montagna particolarmente nel canyon Nevidio, uno delle maggiori attrazioni naturalistiche d'Europa. Il fiume Komarnica, le cui acque hanno inciso le ripide e strette sponde del canyon, da un momento all'altro scompare alla vista, caratteristica da cui derivi il suo nome.
Cosa vedere
Il canyon di Nevidio
Nelle grigie montagne montenegrine, dove migliaia di anni fa gli scoscesi pendii del Durmitor e del Vojnik si scontrarono tra loro durante i grandi movimenti geologici, scavando nella dura roccia, si trova il canyon di Komarnica, l’ultimo canyon ad essere stato conquistato in Europa. Il canyon è lungo 3,5 km e si trova a 50 km da Zabljak, in direzione di Savnik. Il suo nome simbolico, Nevidio (invisibile) o Nevidbog (invisibile a Dio) è ancora utilizzato ed evoca la misteriosa inaccessibilità del canyon.Le sue rocce sono così strette che in alcuni posti la luce non vi arriva mai. Rappresenta una della più grandi attrazioni alpinistiche in questa parte d'Europa. Esso è stato conquistato solo nel 1965. Fino a quel momento - come dice anche il suo nome, nessuno lo aveva mai visto intero. Qualche centinaia di metri prima dell’ingresso del canyon, c’è la grande cascata di Grabovine. Gli alpinisti con le mute da sub partono alla fine dell'estate, quando l'acqua è bassa, alla sua conquista. Sulla strada attraverso il canyon, lungo 3 chilometri e mezzo li aspettano cascate spumeggianti, gole, stretti canali e una vera e propria galleria di figure di pietra.
La sfida più difficile è la cosiddetta "Porta delle camicase", un tratto del fiume lungo circa 80 metri e largo in alcuni posti solo 25 cm. Quelli che decidono di avere questa avventura alpinistica senza rivali, devono sapere che chi si addentra una volta attraverso le sue gallerie, gole e cascate, può solo uscire dall'altra parte perchè non è possibile tornare indietro.